Login

Email

Testimonial

Dove siamo

Esercizio Fisico e Metabolismo del Triptofano:

Esercizio Fisico e Metabolismo del Triptofano: Nuove Frontiere per la Salute e la Longevità
Scopri il potere del Mitochondrial Training
 
Introduzione
Il triptofano è spesso noto per il suo ruolo nella produzione di serotonina, il cosiddetto “ormone del buonumore”. Tuttavia, nuove ricerche pubblicate su “Biochimie”* rivelano che l’esercizio fisico IN CRONICO (ovvero quotidiano) può rimodellare in modo sistemico il metabolismo del triptofano, apportando benefici a cervello, intestino, muscoli e riducendo l’infiammazione. Questi risultati aprono la strada a un approccio evolutivo all’allenamento: il Mitochondrial Training.
 
I risultati dello studio in breve
I ricercatori hanno dimostrato che l’attività fisica:
 
Rimodella il metabolismo del triptofano verso percorsi neuroprotettivi.
Favorisce l’eliminazione della chinurenina, un metabolita neurotossico, attraverso l’incremento dell’attività dell’enzima KAT (Kynurenine Aminotransferase).
Migliora la segnalazione serotoninergica: più serotonina e recettori attivi, con effetti positivi su umore, memoria e resistenza allo stress.
Ottimizza l’asse intestino-microbiota-metaboliti, aumentando molecole antinfiammatorie e riducendo l’infiammazione cronica.
In sintesi
L’esercizio fisico va oltre lo sviluppo muscolare: è un vero e proprio strumento evolutivo che interviene sul metabolismo, sulla salute mentale e sull’infiammazione sistemica.
 
Allenarsi oltre i luoghi comuni
Le raccomandazioni fitness tradizionali raramente prendono in considerazione il metabolismo del triptofano o il lavoro sui mitocondri. Il Mitochondrial Training si basa invece su pratiche integrate che sfruttano:
 
Potenziamento mitocondriale: allenamento aerobico prolungato a bassa intensità, palestra con pesi pesanti, esposizione regolare alla luce naturale, alimentazione mirata, gestione dello stress e del sonno, alternanza di caldo e freddo.
Sinergia mente-corpo: solo un movimento naturale e consapevole attiva tutti i percorsi benefici descritti dalla ricerca.
Qual è la vostra scelta?
 
Allenamento superficiale e abitudini moderne = maggior rischio di neuroinfiammazione, calo cognitivo e umore basso.
Allenamento mitocondriale integrato, con uso consapevole di luce rossa e ambienti circadiani ottimali = più energia, resilienza e benessere mentale.
Strumenti pratici per il remodeling evolutivo
Per supportare al meglio il metabolismo del triptofano, il contesto moderno richiede strumenti mirati ed è per questo che sono nati i progetti di #evolutamente e di #elioslamp.
 
Riferimenti scientifici
Asante DM, Vyavahare S, Shukla M, McGee-Lawrence ME, Isales CM, Fulzele S. Exercise-Driven Changes in Tryptophan Metabolism Leading to Healthy Aging. Biochimie, 2025.
Leggi l’abstract originale su ScienceDirect: Link (https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0300908425002676)
 
Disclaimer
Le informazioni qui riportate sono a scopo informativo e non sostituiscono il parere di un medico.
 
Conclusioni
L’allenamento evoluto che integra movimento, alimentazione e gestione della luce rappresenta ad oggi una delle strategie più efficaci per favorire la longevità, la salute mentale e il benessere sistemico. L’esercizio fisico modifica i percorsi metabolici del triptofano, promuovendo difese neuroprotettive e abbassando l’infiammazione. La scelta è personale, ma la scienza indica chiaramente la via: muoversi, esporsi alla luce corretta e nutrirsi in modo evolutivo.
 
Per approfondimenti e strumenti dedicati alla salute mitocondriale, informatevi sempre presso fonti affidabili e aggiornate.
 
Ancora pensate che la dieta sia la cosa più importante da seguire?
Lasciate perdere i guru del cibo e dell'integrazione ed abbracciate lo stile di vita e l'allenamento in linea con il nostro DNA.
 
#salute #longevità #mitochondrialtraining #triptofano #benessere

Blu di metilene, iodio e sistema linfatico

Blu di metilene, iodio e sistema linfatico 
https://t.me/bludimetilene1
 
La componente liquida del sangue (plasma) fuoriesce dai capillari arteriosi e forma il liquido interstiziale nei tessuti.
 
La maggior parte di questo liquido viene riassorbita dai capillari del sistema circolatorio, mentre la parte rimanente viene raccolta dai capillari linfatici per diventare linfa.
 
La linfa viene quindi trasportata attraverso i vasi linfatici e infine riversata nel sistema circolatorio venoso, evitando accumuli di liquido che causerebbero edema.
 
Lo iodio è un naturale promotore della linfa. 
 
Quando la linfa si “accumula” alcuni tessuti reagiscono. 
 
Ad esempio, il seno si gonfia durante le mestruazioni, e questo può essere aggravato dalla congestione linfatica. 
 
La carenza di iodio può aggravare la congestione/accumulo della linfa.
 
Ci sono studi che suggeriscono che la tiroide dipenda dal sistema linfatico per un assorbimento adeguato dello iodio. 
 
Di conseguenza, chi soffre di congestione linfatica potrebbe prendere in considerazione l'integrazione di iodio (Lugol 5%) per garantire il mantenimento di livelli adeguati nella tiroide.
 
Uno dei ruoli più importanti dello iodio è quello di proteggere le cellule dal carico chimico e tossico che ha raggiunto livelli senza precedenti nel nostro ambiente.
 
Quali sono i sintomi della congestione linfatica?
-Irritazione cutanea
-Articolazioni doloranti al mattino
-Mani e piedi freddi
-Seno moderatamente gonfio o dolente
-Cellulite 
-Risposta elevata dell'istamina agli irritanti ambientali
-Mal di testa
-Formazione di cisti benigne
-Accumulo di tessuto fibroso o cicatriziale
 
Se aveste problemi di congestione linfatica, prima di iniziare con il blu di metilene, sarebbe meglio saturare il corpo di iodio. 
 
Il blu rimuove le tossine dal corpo ma per poter fare questo ha bisogno di un sistema linfatico perfettamente funzionante.
 
Quando iniziate ad assumere lo iodio, nella prima settimana rinunciate a tutti i carboidrati (portano a ritenzione idrica e caricano eccessivamente il sistema linfatico) e assumete un cucchiaino di sale integrale al giorno. 
 
Perciò non incolpate il blu se avete intasato il “sistema linfatico” ed il corpo non riesce ad eliminare correttamente le “tossine” accumulate.
 
https://t.me/bludimetilene1/739
https://t.me/bludimetilene1/1083
 
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17951955/
 
𝓒𝓱𝓮 𝓲𝓵  𝓫𝓵𝓾  𝓼𝓲𝓪 𝓬𝓸𝓷  𝓽𝓮
https://t.me/bludimetilene1

Soffriamo della cosiddetta « Sindrome dell'Improvvisamente ».

I due lati dei velo: l'1 per cento e il 99 per cento

Secondo la Kabbalah esiste un velo che divide la nostra realtà in due regni: quello dell'I per cento e quello del 99 per cento.

Il primo regno comprende il nostro mondo fisico, ma esso rappresenta una piccolissima parte dell'intera Creazione.

È soltanto ciò che possiamo percepire con i nostri cinque sensi: ciò che possiamo annusare, assaporare, toccare, vedere e sentire.

E non è che un minuscolo frammento di quello che davvero si può trovare « là fuori ».

Dall'altro lato del velo c'è il regno del 99 per cento, che comprende la vasta maggioranza della realtà.

Nel regno dell'I per cento la vita ha la fastidiosa abitudine di prenderci in contropiede.

Soffriamo della cosiddetta « Sindrome dell'Improvvisamente ».

Improvvisamente ha avuto un infarto!

Senza alcun preavviso l'ha lasciata.

Ci ritroviamo improvvisamente senza soldi.

Improvvisamente l'affare è andato a monte.

Ha cambiato improvvisamente idea.

Improvvisamente i medici le hanno scoperto un nodulo.

La vita improvvisamente mi sembra così vuota.

 

Ma è proprio vero che le cose accadono « improvvisamente »?

Secondo la Kabbalah no. Assolutamente no.

All'origine di ogni evento « improvviso » c'è sempre una causa nascosta, qualcosa che ci è sfuggito.

Vi è mai capitato di svegliarvi una bella mattina e di accorgervi che in giardino è improvvisamente spuntata una

maestosa quercia?

Ovviamente no.

Nel passato, da qualche parte, deve essere stato piantato un seme.

Secondo la Kabbalah quando salta fuori un problema grave che interrompe bruscamente il flusso di felicità che appagava un vostro particolare desiderio, non si tratta di un evento casuale,caotico.

Esiste una causa più profonda.

Nel passato, da qualche parte, deve essere stato piantato un seme.

L'errore più grave che commettiamo è quello di credere che esistano errori, o circostanze accidentali.

Non esistono errori.

Non esistono coincidenze.

Né incidenti né catastrofi improvvise.

Tutto ciò che accade ha sempre una ragione.

La domanda se “il cranio si muove” appartiene ormai al passato.

Nei primi decenni del Novecento l’osteopatia stava pazientemente costruendo una base di conoscenze straordinariamente moderna, fondata su osservazioni legate a pressioni, drenaggi, membrane e risposte neurovegetative.
E tutto ciò accadeva molto tempo prima di Sutherland.
 
All'inizio del secolo George A. Laughlin pubblica studi clinici sul *Journal of Osteopathy* descrivendo pazienti con segni di congestione intracranica e collegando i sintomi a postura cervicale, respirazione, ritorno venoso giugulare e qualità dei tessuti molli del collo.
 
Non faceva riferimento alla mobilità delle ossa craniche ma si concentrava su pressioni e meccanismi di adattamento.
 
Per Laughlin, il cranio era parte integrante di un sistema di drenaggio, non un contenitore rigido e chiuso.
 
Un approccio che si avvicina notevolmente alla fisiologia contemporanea.
 
Negli stessi anni Louisa Burns avvia i primi studi sperimentali sui riflessi viscero-somatici e somato-viscerali e nel 1907 dimostra come le afferenze viscerali entrassero nel midollo attraverso le radici posteriori e come gli stimoli somatici influenzassero il funzionamento degli organi tramite il sistema simpatico.
 
Pur senza contemplare il cranio nel suo lavoro, Burns definiva circuiti autonomici che, un secolo dopo, utilizzeremo per comprendere come stimoli sul cranio possano modulare respiro, frequenza cardiaca e tensioni interne.
 
Tra i protagonisti del periodo spicca anche C.A. Whiting, attivo tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, che trattava il ruolo delle membrane, incluse la falce e il tentorio, nella distribuzione delle tensioni e nel drenaggio cranico.
 
I suoi contributi sono disseminati in varie pubblicazioni dell’American School of Osteopathy dedicate ad anatomia e fisiologia, senza avanzare teorie sul craniale ma sottolineando che le membrane non sono strutture passive.
 
Tra il 1910 e il 1925, gli opuscoli dell’A.T. Still Research Institute riportano ricerche su lesioni vertebrali, microcircolazione, influenza della postura sulla fisiologia interna e modulazioni della pressione intracranica in relazione al respiro e alla dinamica cervicale.
 
Si trattava di una ricerca agli albori ma concreta, con osservazioni empiriche su congestione, variazione delle pressioni e cambiamenti nel flusso perfusorio.
 
Sebbene espresso in un linguaggio diverso dal nostro quanto emergeva era che la pressione intracranica oscilla, si adatta e risponde a stimoli specifici.
 
Quando Sutherland fa il suo ingresso sulla scena osteopatica, non crea qualcosa di nuovo.
 
Reinterpreta concetti che la fisiologia aveva già delineato: membrane che si rilasciano o si tendono, drenaggi che variano, pressioni influenzate da postura e respirazione.
 
Il suo contributo innovativo fu spostare l'attenzione dall'osservazione esterna alla percezione palpatoria.
 
E oggi?
 
La domanda se “il cranio si muove” appartiene ormai al passato.
 
Nel 2025 la letteratura medica si concentra su altre aree: dinamica del liquor, modulazione venosa, il ruolo dei setti durali, impatti posturali sui flussi intracranici e interazioni tra respirazione e pressioni interne.
 
È la fisiologia a guidare questo discorso… la stessa fisiologia che Laughlin, Burns, Whiting e i ricercatori di Kirksville iniziarono a esplorare più di cento anni fa.
 
Vale la pena guardare indietro non per confermare un modello preesistente ma per riscoprire le domande essenziali con l'obiettivo non di giustificare delle tecniche bensì comprendere che il cranio è realmente parte integrante di un sistema complesso fatto di pressioni, membrane e funzioni neurovegetative, continuamente influenzato da ogni variazione di postura, respirazione e drenaggio.
 
In fondo ciò che davvero importa è imparare a percepire quali pressioni si stanno modificando, quali membrane stanno adattandosi, quali percorsi di drenaggio sono attivi, e perché un sintomo che origina “nella testa” trovi spesso soluzione in un punto lontano.
 
La fisiologia esisteva già prima di noi e non segue ideologie.
 
Sta a noi imparare a decifrarla nuovamente.

Un conflitto interiore

 

Un conflitto interiore

 

Duemila anni fa lo Zohar ci ha rivelato chi è l'Avversario.

 

Ha addirittura individuato le diverse tecniche, le strategie

e le armi di cui egli si serve.

 

L'Avversario è la causa recondita del caos che fagocita il mondo e lo spirito umano.

 

È quella voce che ci sussurra: « Adesso mangia la torta.

 

La dieta la cominci lunedì! »

 

È lui che fa nascere in noi disperazione, pessimismo, paura, ansia, dubbio e incertezza.

 

Così come scatena arroganza, spietatezza, avidità, gelosia, invidia, rabbia e sete di vendetta.

 

L'Avversario è la voce che dice: « Dai, fallo! », anche se sap-

piamo che non dovremmo.

 

L'Avversario è la voce che dice:

 

« Fregatene! Non farlo! », anche se sappiamo che dovremmo, E - quel che è ancora peggio - anche quando vorremmo opporre Resistenza e vincere il nostro comportamento

reattivo il nostro Avversario ci dissuade!

 

Per esempio:

 

•Vi ripromettete solennemente di cominciare a mangiare in modo sano, ma nel momento in cui vedete una golosa

« schifezza » l'Avversario vi convince a rimandare i vostri buoni propositi.

 

•Decidete di dedicare più tempo alla famiglia, ma qualcosa vi spinge a fare ancora più tardi in ufficio.

 

State guidando e notate una persona in difficoltà.

 

Il vostro primo pensiero è fermarvi ad aiutarla, ma il vostro Avversario vi convince che probabilmente ci sarà qualcun altro disposto a darle una mano.

 

Schiacciate sull'acceleratore per non mancare al vostro pranzo di lavoro mentre, per l'intero tragitto, l'Avversario vi fornirà ottime scuse per giustificare il vostro comportamento scortese.

 

Vi ripromettete di mettere da parte ogni mese una piccola somma e di avere un approccio più responsabile nei confronti del denaro, ma immancabilmente l'Avversario vi convince a spendere tutto in cose frivole, suggerendovi sempre un buon motivo per farlo.

 

Entrate in un negozio di alimenti naturali e biologici spendete un sacco di soldi per comprare vitamine di tutti i tipi, perché vi siete ripromessi di cominciare a nutrirvi in modo sano.

 

Sei mesi dopo sullo scaffale c'è una parata di flaconi di vitamine ancora mezzi pieni.

 

L'anno seguente si ripete la stessa cosa e vi ritrovate nello stesso negozio.

 

Adesso, però, giurate a voi stessi che non andrà come l'altra volta... ma non è così.

 

Un vostro caro amico ha fiducia in voi e vi confida un

segreto.

 

Promettete (a lui e a voi stessi) di non farne parola con nessuno.

 

Di lì a qualche giorno, però, mentrestate chiacchierando con qualcuno, l'Avversario vi spinge a spifferare il segreto del vostro amico.

 

In realtà vi rendete conto che le parole vi stanno uscendo di bocca da sole, nonostante sappiate che non dovreste farlo.

 

Un amico si trasferisce in una casa più bella della vostra, oppure sfoggia un vestito nuovo o una nuova automobile.

 

Vorreste essere felici per lui, ma l'orribile invidia comincia a serpeggiare nel vostro cuore e non riuscite a tenerla a freno.

 

Dentro di voi il risentimento e la felicità

per l'altra persona lottano per avere la meglio.

Osteopatia26

Fabrizio Renzoni osteopata D.O.m.R.O.I. Tessera n. 4727

Fano PU CAP 61032 VIA G. Gabrielli N 12/A

cell 3286217569

mail renzonifabrizio@gmail.com