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Tecniche di Equilibrio e di Interscambio in Osteopatia 🌿 Cosa sono

concetti del libro di Jacques Andréva Duval, 

  • cosa sono le tecniche di equilibrio e interscambio,

  • come agiscono,

  • quali benefici producono,

  • quando vengono utilizzate in ambito osteopatico.

🌀 Tecniche di Equilibrio e di Interscambio in Osteopatia

🌿 Cosa sono

Le tecniche di equilibrio e interscambio sono un approccio dolce e profondo dell’osteopatia che mira a ristabilire l’armonia tra le diverse parti del corpo.
Ogni area del nostro organismo – muscoli, organi, articolazioni, sistema nervoso – comunica continuamente con le altre. Quando questo dialogo si altera, può comparire tensione, dolore o blocco funzionale.

Le tecniche di equilibrio aiutano il corpo a ritrovare il proprio ritmo naturale e a recuperare la capacità di autoregolarsi, senza forzature.


⚙️ Come funzionano

L’osteopata, attraverso un tocco sensibile e preciso, entra in ascolto dei movimenti sottili dei tessuti e dei fluidi.
L’obiettivo non è “spingere” o “correggere”, ma favorire uno scambio equilibrato di informazioni tra le varie strutture del corpo.

Questo approccio facilita:

  • il riequilibrio tra i vari sistemi (muscolo-scheletrico, viscerale, cranio-sacrale),

  • la libera circolazione dei fluidi (sangue, linfa, liquido cerebrospinale),

  • il ripristino della mobilità fisiologica dei tessuti.


💆‍♀️ Cosa percepisce il paziente

Durante una seduta con queste tecniche, molti pazienti riferiscono:

  • una profonda sensazione di rilassamento,

  • calore o leggerezza nelle zone trattate,

  • una maggior percezione del proprio corpo,

  • un rilascio graduale di tensioni accumulate.

Ogni trattamento è unico e si adatta allo stato momentaneo del corpo, senza mai essere invasivo o doloroso.


💫 Benefici principali

Le tecniche di equilibrio e interscambio possono favorire:

  • la riduzione di tensioni muscolari e viscerali,

  • il miglioramento del sonno e della respirazione,

  • il riequilibrio del sistema nervoso autonomo,

  • una sensazione generale di benessere e stabilità interna.

Sono particolarmente indicate nei casi di stress, disturbi posturali, disfunzioni viscerali lievi e affaticamento generale.


🩺 L’obiettivo finale

L’obiettivo di queste tecniche non è “aggiustare” qualcosa, ma riattivare la naturale intelligenza del corpo e permettere che il suo equilibrio emerga spontaneamente.

L’osteopata diventa così un facilitatore del processo di autoregolazione, aiutando l’organismo a ritrovare la propria armonia, energia e fluidità.


📍 A cura di Renzoni Fabrizio – Osteopatia 26
(Testo ispirato ai principi descritti da J. Andréva Duval in “Tecniche di equilibrio e interscambio in osteopatia”)


 

L’osteopatia biodinamica descrizione per il paziente

Scheda informativa per il paziente

 

Documento informativo – uso professionale

L’osteopatia biodinamica nasce dal lavoro del dottor James Jealous D.O., che ha approfondito gli insegnamenti del fondatore dell’osteopatia, William Garner Sutherland.

È un approccio basato sull’ascolto profondo e sul rispetto dei ritmi vitali del corpo, definiti come forze biodinamiche.

L’obiettivo non è correggere o forzare, ma favorire il ritorno dell’armonia naturale che ogni organismo possiede dentro di sé.

Il “Respiro della Vita” Al centro di questa visione c’è il concetto di Respiro della Vita (Breath of Life): una forza sottile che anima ogni tessuto e regola i processi di guarigione.

Durante il trattamento, l’osteopata si pone in uno stato di ascolto silenzioso, chiamato neutralità (Neutral), per percepire e sostenere questi movimenti interni.

Il corpo, quando viene riconosciuto e non forzato, ritrova spontaneamente il proprio equilibrio.

Il movimento dei fluidi e le maree Jealous descrive i movimenti del corpo come maree (Tides): onde lente e profonde che scorrono in tutto l’organismo.

Attraverso queste forze, il corpo comunica costantemente il suo stato di salute.

L’osteopata biodinamico ascolta queste maree e si affida alla loro saggezza.

Il trattamento diventa così un momento di collaborazione naturale tra il corpo del paziente e le forze vitali che lo abitano.

Un invito all’equilibrio

Dopo una seduta biodinamica è normale avvertire profonda calma, chiarezza mentale o piccoli aggiustamenti interni.

Il corpo si riassesta in modo dolce e progressivo, rispettando i propri tempi.

L’obiettivo non è “aggiustare” qualcosa, ma creare le condizioni affinché la salute possa emergere.

Prendersi il proprio tempo Il lavoro biodinamico non agisce per aggiunta o per correzione, ma per sottrazione: meno intervento, più ascolto.

Ogni persona ha un ritmo unico, come un’onda che ritorna al mare.

Il compito dell’osteopata è riconoscere, rispettare e sostenere questo ritmo.

 

A cura di Renzoni Fabrizio – Osteopatia 26 www.osteopatia26.it – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – Tel. 328 621 7569

QUANDO LA CELLULA SMETTE DI VIVERE E INIZIA SOLO A SOPRAVVIVERE

 
QUANDO LA CELLULA SMETTE DI VIVERE E INIZIA SOLO A SOPRAVVIVERE
 
Mentre in Italia nutrizionisti e medici che si definiscono “funzionali” stanno ancora Iitigando su quante uova si possano mangiare a settimana, se il burro sia da evitare o la panacea, se la vitamina D vada presa solo d’inverno o tutto l’anno e se realmente va presa, se il digiuno faccia bene o male, nel resto del mondo la vera medicina funzionale sta parlando di tutt’altro.
 
Sta parlando di metabolismo cellulare, di bioenergia, di trauma biologico e del motivo per cui il corpo smette di guarire anche quando sembra tutto a posto.
 
Perché possiamo anche fare la guerra al glutine, alla caseina o all’istamina, ma se la cellula è intrappolata in modalità sopravvivenza, non c’è supplemento o dieta che tenga.
 
Puoi nutrirti da manuale, integrare con precisione svizzera, eliminare ogni tossina possibile… e restare ugualmente stanco, infiammato, annebbiato, spaventato.
 
È qui che entra in scena un modello che in Italia quasi nessuno conosce ancora, ma che negli Stati Uniti sta rivoluzionando la medicina delle malattie croniche... la Cell Danger Response, ovvero, la Risposta al Pericolo Cellulare.
 
Un concetto che spiega finalmente perché certe persone non riescono a uscire dal circolo vizioso della malattia, anche dopo anni di cure, diete e tentativi. E ti avviso.... una volta che lo capisci, non riesci più a guardare la biologia con gli occhi di prima.
 
È un modello biologico che cambia completamente la prospettiva, non più la malattia come difetto, ma la malattia come adattamento. Non è una teoria spirituale, molte persone non riescono più a guarire anche dopo che la causa della loro malattia è stata rimossa.
 
Ogni cellula del nostro corpo è dotata di un interruttore di pericolo. Quando percepisce una minaccia, tossine, infezioni, stress ossidativo, trauma, carenze energetiche o perfino stress emotivo, cambia completamente modo di funzionare.
 
Il metabolismo, che normalmente è aperto, flessibile e collaborativo, si chiude. La cellula smette di comunicare con le altre, riduce la produzione di energia mitocondriale, accumula metaboliti e mette in pausa i processi di crescita, riparazione e digestione. In pratica, passa da modalità vita a modalità sopravvivenza.
 
È un meccanismo di emergenza perfettamente sensato, se pensiamo a un pericolo acuto. Il problema nasce quando lo stato di allerta non si spegne più. La minaccia finisce, ma la cellula non lo sa. E così resta bloccata in questo stato di difesa cronica, come un soldato che continua a sparare anche dopo che la guerra è finita.
 
Quando la cellula entra in Cell Danger Response (CDR), cambia la sua biochimica in modo radicale. I mitocondri, che dovrebbero produrre energia sotto forma di ATP, usano l’ATP come segnale di allarme, rilasciandolo all’esterno come se fosse un codice S0S.
 
L’ATP extracellulare viene percepito dal sistema immunitario come un segnale di pericoIo, che mantiene attiva l’infiammazione.
Si riduce la respirazione mitocondriale e aumenta la glicolisi anaerobica, cioè la produzione di energia d’emergenza.
 
Le membrane cellulari cambiano composizione, diventano più rigide, per impedire l’ingresso di tossine o agenti patogeni.
 
E la comunicazione intercellulare viene drasticamente limitata... la cellula si isola.
 
In questa condizione il corpo non è più in uno stato di flusso, ma di congelamento biologico. Non guarisce, non si adatta, non evolve. Resta fermo in un loop difensivo che diventa, con il tempo, malattia cronica.
 
E ora ti spiego quello che molte persone stanno vivendo:
 
“Ho curato la causa, ma sto ancora male.”
“Ho tolto la candida, ma ho sempre l’infiammazione.”
“Ho bonificato la casa dalla muffa, ma il mio corpo reagisce ancora a tutto.”
“Ho fatto le cure per la Lyme, ma la stanchezza non passa.”
"Ho debellato H. Pylori ma sto ancora male"
 
Tutti questi casi hanno un elemento comune.... il corpo non riesce più a uscire dallo stato di pericolo.
 
Il sistema nervoso autonomo resta iperattivo, i mitocondri lavorano male, il sistema immunitario non distingue più tra minacce vere e ricordi di minacce. È come se le cellule avessero un trauma, un imprinting energetico di allarme che non riescono più a disattivare.
 
E qui si comprende perché questo modello è la chiave per capire fibromiaIgia, sindrome da fatica cronica, Iong C0vid, MCAS, sensibilità chimica multipla, infezioni croniche e anche i disturbi post-traumatici. Non sono malattie psicosomatiche, ma malattie da blocco metabolico cellulare.
 
Eh si, il corpo non è impazzito.... sta solo tentando di proteggerti! La parte più affascinante di questo modello è che ribalta completamente l’idea di errore biologico. Il corpo non si sta sabotando... sta tentando di sopravvivere, anche se lo fa nel modo sbagliato.
 
Ogni cellula, davanti a un pericolo, sceglie la priorità... proteggere, non guarire. Il problema è che nel mondo moderno, le minacce non sono più temporanee... sono continue. Campi elettromagnetici, stress cronico, tossine ambientali, farmaci, infezioni persistenti, conflitti emotivi non risolti. La cellula non riceve mai il messaggio che il pericolo è finito e allora resta chiusa, iperprotettiva, spenta.
 
È come vivere con il piede sempre sull’acceleratore e sul freno allo stesso tempo... consumi energia, ma non ti muovi.
 
I mitocondri non sono solo centrali energetiche... sono i sensori di sicurezza della cellula. Quando percepiscono un’anomalia, emettono segnali di allarme redox, rilasciano ATP all’esterno, attivano il sistema immunitario e modulano i processi infiammatori.
 
Li definisco i custodi della vita e della m0rte ceIIulare. Quando sono in equilibrio, il corpo rigenera. Quando restano in allerta, tutto rallenta... digestione, riparazione tissutale, ormoni, perfino la funzione cerebrale.
 
Questo spiega perché persone con CFS, MCAS o Iong C0vid hanno stanchezza profonda, cervello annebbiato, ipersensibilità e una percezione costante di stress anche senza motivo apparente.
 
Il corpo sta ancora combattendo una guerra che non c’è più.
 
Il sistema limbico, la parte emotiva e reattiva del cervello, è strettamente collegato a questa risposta cellulare. Quando il sistema limbico resta iperattivo, manda al corpo segnali di allarme continui. E quando le cellule restano in allarme, alimentano l’iperattività limbica.
 
È un circolo vizioso, ecco perché chi vive in modalità CDR non può guarire solo con la dieta o con l’integratore giusto. Serve una ri-regolazione del sistema nervoso, una rassicurazione limbica profonda, affinché il corpo percepisca davvero che è al sicuro. Perché finché la mente e le cellule sentono pericolo, non c’è protocollo che tenga.
 
Capire la Cell Danger Response significa cambiare radicalmente il modo di trattare le malattie croniche. Non si tratta di curare il sintomo, ma di sbloccare la cellula dal suo stato di difesa.
Questo richiede un lavoro su più livelli:
 
- Rimuovere gli stressor: tossine, muffe, infezioni, metalli, stress cronico.
 
- Ripristinare la comunicazione cellulare: equilibrio redox, segnalazione mitocondriale, omeostasi del calcio e del magnesio.
- Riprogrammare il sistema nervoso: riportare la percezione di sicurezza nel corpo.
 
- Favorire la rigenerazione: nutrienti mitocondriali, sonno profondo, ossigenazione, movimento gentile.
È un approccio lento, profondo e intelligente, che non combatte contro il corpo, ma collabora con esso.
 
Una cellula intrappolata in risposta al pericolo può dare mille volti diversi, ma alcuni sono molto ricorrenti:
 
- Stanchezza cronica che non migliora col riposo;
- Intolleranze e sensibilità multiple;
- Infiammazione diffusa, dolori migranti, rigidità;
-Insonnia o sonno non ristoratore;
- Difficoltà digestive o “intestino in allerta”;
- Ipersensibilità a suoni, odori, luci;
- Peggioramento dopo terapie troppo forti.
 
In pratica, il corpo reagisce a tutto come se fosse tossico e ogni volta che provi a forzarlo, peggiora. Non perché sia fragile, ma perché sta ancora proteggendosi.
 
Per uscire dalla CDR, il corpo deve percepire di nuovo sicurezza biologica.
 
È lì che inizia la guarigione e non è un processo solo mentale o psicologico... è un processo biochimico.
 
Sicurezza significa che il sistema nervoso parasimpatico torna attivo, che il flusso sanguigno migliora, che i mitocondri riaccendono la respirazione ossidativa.
 
Significa che la cellula torna a comunicare, a ricevere nutrienti, a riparare i tessuti.
 
E questo si ottiene con strumenti concreti:
- Regolazione del ritmo sonno-veglia,
- Tecniche di respirazione vagale,
- Esposizione graduale a stimoli benefici (luce, suoni, movimento dolce),
- Sostegno mitocondriale mirato (magnesio, NADH, riboflavina, coenzima Q10, acido alfa-lipoico),

- Alimentazione antiinfiammatoria e ricca di antiossidanti naturali,

.... e, quando serve, terapia del trauma e riprogrammazione limbica.
 
Ogni piccolo segnale di sicurezza inviato al corpo è un passo fuori dallo stato di pericolo.
 
La Cell Danger Response ci invita a cambiare completamente prospettiva, la malattia non è più un errore, ma una comunicazione biologica bloccata. È il corpo che dice:
 
“Ho smesso di evolvere perché mi sento in pericolo”.
 
Ecco perché non possiamo più vedere il sintomo come un nemico da sopprimere.
 
Il sintomo è la voce della cellula che chiede aiuto.
 
E finché non le restituiamo sicurezza, continuerà a parlare, sotto forma di dolore, stanchezza, infiammazione, allergie, o ansia inspiegabile.
 
Guarire, in questo senso, non significa tornare come prima, ma uscire dallo stato di difesa e tornare a fluire. Significa riprendere la comunicazione tra cellule, sistemi e coscienza. È un processo che coinvolge corpo, mente e spirito allo stesso tempo.
 
E quando finalmente il corpo capisce che non è più in guerra, succede qualcosa di incredibile... le reazioni si spengono, la mente si quieta, la digestione riparte, l’energia sale. Non perché hai curato qualcosa, ma perché hai ricordato al corpo come vivere.
 
Bisogna insegnare al corpo che il pericolo è finito, dobbiamo riaccendere i mitocondri, riattivare il flusso, restituire comunicazione alle cellule.
 
È questo il cuore della medicina del futuro... non curare il corpo, ma ricordargli la via di casa.
 
E forse, un giorno, la medicina capirà che non siamo fatti per spegnere i sintomi, ma per ritrovare la musica della vita dopo un lungo silenzio di paura.

LA LUCE CI MODELLA: METABOLISMO, TEMPERATURA E RITMI CIRCADIANI ALLA PROVA

LA LUCE CI MODELLA: METABOLISMO, TEMPERATURA E RITMI CIRCADIANI ALLA PROVA

Fonte primaria dello studio:

Elkounni, A. et al., “Acute effect of light and time of day on thermal physiology, perception, and behavior”, Scientific Reports, 15, 38640 (2025). Leggi lo studio: Nature.com

LUCE E METABOLISMO: UN’INFLUENZA NASCOSTA

Siamo abituati a pensare che il nostro metabolismo dipenda da alimentazione, movimento e ormoni. Tuttavia, è la LUCE – in particolare il tipo e il momento dell’esposizione – a giocare un ruolo fondamentale, spesso sottovalutato, nel regolare metabolismo, temperatura corporea e salute generale.

Uno studio recente ha evidenziato come luce e orario di esposizione possano cambiare non solo la percezione e i comportamenti termici, ma anche la fisiologia stessa. Gli imputati principali della deregolarizzazione moderna? Led bianchi e dispositivi elettronici sempre accesi.

COSA DICE LA RICERCA: RITMI CIRCADIANI E IMPATTO DELLA LUCE

Il corpo segue un ritmo circadiano di circa 24 ore, che regola temperature, ormoni, livelli di energia.

La luce è il fattore principale che sincronizza questo orologio interno, agendo come regista sui nostri processi fisiologici.

Lo studio ha fatto emergere che:

Al mattino, una luce intensa riduce l’aumento fisiologico della temperatura e rende la percezione termica più neutra e confortevole rispetto a quella tenue.

A metà giornata, invece, la luce intensa non ha lo stesso effetto perché il corpo è già predisposto al picco di temperatura.

Conclusione: sia il tipo di luce sia l’ora dell’esposizione sono determinanti per il corretto funzionamento dei ritmi biologici. L’illuminazione artificiale moderna, se mal gestita, può alterare questi ritmi, aumentando potenzialmente il rischio di disturbi metabolici e cronici.

LUCE ARTIFICIALE E IMPATTI SUL BENESSERE: IL PROBLEMA È REALE

L’esposizione protratta a luci LED, soprattutto nelle ore serali, genera effetti misurabili:

Disturbi della temperatura periferica

Alterazione della produzione di melatonina

Riduzione della qualità del sonno

Peggioramento della vitalità generale

Il tipo di luce determina in modo diretto come funziona il nostro corpo. Non è solo una sensazione: è scienza.

LUCE GIUSTA O SBAGLIATA? COSA SUCCEDE DAVVERO

Cosa fa la luce naturale o rossiccia (alba/tramonto)?

Allinea i ritmi circadiani

Favorisce aumento di metabolismo e attenzione al mattino, rilassamento serale

Ottimizza produzione ormonale e temperatura

Cosa fa la luce LED e blu-bianca di schermi e neon?

Sballa gli orologi biologici

Mantiene alta la vigilanza quando serve rilassarsi

Rallenta la produzione di melatonina

Aumenta rischio di affaticamento e disturbi metabolici

COME PROTEGGERSI: STRUMENTI PRATICI

Non servono soluzioni miracolose, ma consapevolezza e strumenti adatti:

Lampade a luce rossa o infrarossa per favorire la rigenerazione e simulare la luce naturale

Occhiali filtranti per la luce blu (di giorno trasparenti, la sera a protezione totale rossa)

Lampadine LED a spettro red-centric con temperatura colore adeguata (3500K mattina, 5000K giorno, 2700K sera; la sera preferire sempre luce rossa)

Scopri la gamma di soluzioni mirate su shop.evolutamente.it

Agire consapevolmente sull’ambiente luminoso significa scegliere una salute migliore.

DISCLAIMER

Le informazioni qui fornite non sostituiscono il consulto medico. In presenza di sintomi o patologie, rivolgersi sempre al proprio medico.

RIFLESSIONE FINALE

Pochi considerano l’impatto della luce sulla salute, mentre l’ambiente luminoso influenza in modo diretto metabolismo e benessere. È tempo di prendere coscienza, privilegiare la luce naturale, limitare le fonti di LED e utilizzare tecnologie intelligenti per ridurre i rischi.

Fonti selezionate:

Elkounni et al., 2025

Foster, R. G., Fundamentals of circadian entrainment by light, Light. Res. Technol. 2021

Cajochen, C. et al., J. Neuroendocrinol. 2003

#Metabolismo#RitmiCircadiani#LuceNaturale#Benessere#LED#Salute

LA LUCE CI MODELLA: METABOLISMO, TEMPERATURA E RITMI CIRCADIANI ALLA PROVA

 

LA LUCE CI MODELLA: METABOLISMO, TEMPERATURA E RITMI CIRCADIANI ALLA PROVA

 

Fonte primaria dello studio:

Elkounni, A. et al., “Acute effect of light and time of day on thermal physiology, perception, and behavior”, Scientific Reports, 15, 38640 (2025). Leggi lo studio: Nature.com

 

LUCE E METABOLISMO: UN’INFLUENZA NASCOSTA

Siamo abituati a pensare che il nostro metabolismo dipenda da alimentazione, movimento e ormoni. Tuttavia, è la LUCE – in particolare il tipo e il momento dell’esposizione – a giocare un ruolo fondamentale, spesso sottovalutato, nel regolare metabolismo, temperatura corporea e salute generale.

Uno studio recente ha evidenziato come luce e orario di esposizione possano cambiare non solo la percezione e i comportamenti termici, ma anche la fisiologia stessa. Gli imputati principali della deregolarizzazione moderna? Led bianchi e dispositivi elettronici sempre accesi.

 

COSA DICE LA RICERCA: RITMI CIRCADIANI E IMPATTO DELLA LUCE

Il corpo segue un ritmo circadiano di circa 24 ore, che regola temperature, ormoni, livelli di energia.

La luce è il fattore principale che sincronizza questo orologio interno, agendo come regista sui nostri processi fisiologici.

Lo studio ha fatto emergere che:

Al mattino, una luce intensa riduce l’aumento fisiologico della temperatura e rende la percezione termica più neutra e confortevole rispetto a quella tenue.

A metà giornata, invece, la luce intensa non ha lo stesso effetto perché il corpo è già predisposto al picco di temperatura.

Conclusione: sia il tipo di luce sia l’ora dell’esposizione sono determinanti per il corretto funzionamento dei ritmi biologici. L’illuminazione artificiale moderna, se mal gestita, può alterare questi ritmi, aumentando potenzialmente il rischio di disturbi metabolici e cronici.

 

LUCE ARTIFICIALE E IMPATTI SUL BENESSERE: IL PROBLEMA È REALE

L’esposizione protratta a luci LED, soprattutto nelle ore serali, genera effetti misurabili:

Disturbi della temperatura periferica

Alterazione della produzione di melatonina

Riduzione della qualità del sonno

Peggioramento della vitalità generale

Il tipo di luce determina in modo diretto come funziona il nostro corpo. Non è solo una sensazione: è scienza.

 

LUCE GIUSTA O SBAGLIATA? COSA SUCCEDE DAVVERO

Cosa fa la luce naturale o rossiccia (alba/tramonto)?

Allinea i ritmi circadiani

Favorisce aumento di metabolismo e attenzione al mattino, rilassamento serale

Ottimizza produzione ormonale e temperatura

Cosa fa la luce LED e blu-bianca di schermi e neon?

Sballa gli orologi biologici

Mantiene alta la vigilanza quando serve rilassarsi

Rallenta la produzione di melatonina

Aumenta rischio di affaticamento e disturbi metabolici

 

COME PROTEGGERSI: STRUMENTI PRATICI

Non servono soluzioni miracolose, ma consapevolezza e strumenti adatti:

Lampade a luce rossa o infrarossa per favorire la rigenerazione e simulare la luce naturale

Occhiali filtranti per la luce blu (di giorno trasparenti, la sera a protezione totale rossa)

Lampadine LED a spettro red-centric con temperatura colore adeguata (3500K mattina, 5000K giorno, 2700K sera; la sera preferire sempre luce rossa)

Scopri la gamma di soluzioni mirate su shop.evolutamente.it

Agire consapevolmente sull’ambiente luminoso significa scegliere una salute migliore.

 

DISCLAIMER

Le informazioni qui fornite non sostituiscono il consulto medico. In presenza di sintomi o patologie, rivolgersi sempre al proprio medico.

 

RIFLESSIONE FINALE

Pochi considerano l’impatto della luce sulla salute, mentre l’ambiente luminoso influenza in modo diretto metabolismo e benessere. È tempo di prendere coscienza, privilegiare la luce naturale, limitare le fonti di LED e utilizzare tecnologie intelligenti per ridurre i rischi.

Fonti selezionate:

Elkounni et al., 2025

Foster, R. G., Fundamentals of circadian entrainment by light, Light. Res. Technol. 2021

Cajochen, C. et al., J. Neuroendocrinol. 2003

#Metabolismo#RitmiCircadiani#LuceNaturale#Benessere#LED#Salute

Osteopatia26

Fabrizio Renzoni osteopata D.O.m.R.O.I. Tessera n. 4727

Fano PU CAP 61032 VIA G. Gabrielli N 12/A

cell 3286217569

mail renzonifabrizio@gmail.com